martedì 29 marzo 2011

L'arte astratta

Non si può negare che l'arte astratta ha scoperto forme e colori di cui il mondo di oggi pareva avere bisogno per le sue città, le sue abitazioni, il suo modo di vita. L'arte astratta era davvero rivoluzionaria; ma i regimi più o meno antirivoluzionari, in Italia, in Russia, in Germania, la consideravano dannosa, decadente. Gli Stati Uniti però, che non avevano una propria tradizione artistica e culturale, accolsero l'astrattismo con notevole entusiasmo, e anzi fu così che nacque forse la vera prima generazione di pittori americani. Essi hanno creato una nuova corrente dell'arte astratta, chiamata pittura informale. Il rappresentante più interessante di questo movimento è Jackson Pollock.

Dopo la guerra, la pittura astratta si è enormemente diffusa. Ha vinto la partita e si è imposta; ma non è facile dire quando ci si trovi in presenza di opere importanti. Bisogna abituarsi a distinguere la varietà delle formule (contrasti violenti o accordi delicati, tinte distese appena spruzzate, tonalità prima sconosciute).

La pittura era stata, finora, una glorificazione dell'uomo: come se un individuo, tra i fatti della vita, continuasse a fare riferimento soltanto a se stesso.

Ma al pari della scienza, che ci spinge a prendere conoscenza e a fare la conquista del mondo non come a noi sembra ma come in realtà è, così la pittura astratta ci spinge a vedere com'è fatto il mondo dei colori e a ricavarne, possibilmente, delle impressioni piacevoli. 

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